Mentre in regioni orientali come Australia e Sud America il piercing rappresenta un’usanza rituale, in Occidente è una pratica principalmente ornamentale che si trova con discreta frequenza nel cavo orale e nella zona periorale.
In queste sedi, infatti, vengono spesso applicati piercing alla lingua, ai frenuli, alle guance e al labbro.
Questa moda ha fatto emergere alcune problematiche nel cavo orale e periorale, specie in condizioni di scarsa igiene, favorendo così il proliferare di batteri.
Il ruolo dell’igienista dentale
L’igienista dentale dovrà quindi spiegare al paziente due aspetti:
- i possibili danni biologici,
- come prendersi cura del piercing per mantenerlo in condizioni igieniche ottimali.
L’igienista deve inoltre istruire il paziente a non acquisire abitudini che possono aumentare il rischio di danno meccanico da trauma, come il posizionare il piercing tra gli incisivi, spesso causa di fratture degli elementi dentali.
Il paziente dovrà inoltre fare attenzione a possibili segni di infiammazione dei tessuti attorno al piercing, come rossore o gonfiore, alla cui comparsa è sempre raccomandabile rimuovere il piercing e rivolgersi all’odontoiatra per un’adeguata valutazione della problematica, specie se localizzata sulla lingua, in quanto, in caso eccessivo gonfiore, si può andare incontro anche a problemi di natura respiratoria.