L‘odontoiatria digitale ha richiesto un importante cambiamento di mentalità, di protocolli operativi e organizzativi di tutta l’equipe medica.
Inizialmente , nel 1985, gli strumenti erano grossolani e la progettazione dei restauri parziali o totali coronali era molto indaginosa: si svolgeva attraverso l’impiego di software che offrivano solo immagini bidimensionali del progetto, pertanto la realizzazione del restauro e il suo fresaggio richiedevano molto tempo per un risultato poco soddisfacente.
Occorre aspettare però fino all’anno 2003 per avere il primo cambio epocale, dove sia hardware che software hanno permesso ai dentisti di realizzare finalmente progetti 3D e quello che appariva come progetto sullo schermo del computer, era realmente quello che l’unità di fresaggio avrebbe realizzato a freddo su blocchi di ceramica, in tempi brevi.
Si diffondeva velocemente, specie oltreoceano, la cosiddetta tecnica Chair-side, ovvero la possibilità per il paziente di ricevere una corona parziale o totale, in un’unica seduta ambulatoriale.
Notevoli erano i vantaggi facilmente intuibili, sia per gli operatori del settore che per i pazienti odontoiatrici.
Il secondo importante cambiamento è avvenuto nel 2013, quando l’introduzione di telecamere per l’impronta ottica hanno permesso la realizzazione di un modello virtuale senza l’impiego, durante le riprese, dell’ossido di titanio per rendere uniforme e con lo stesso livello di riflessione la superfice del dente da restaurare.
Tutte queste nuove tecnologie ci permettono di dire che il futuro non è alle porte ma è già entrato a tutti gli effetti negli studi odontoiatrici e NOI lo stiamo già vivendo!